ISBN 88-18-01166-9
Rusconi Libri S.r.l., viale Sarca 235, 20126 Milano, 1999
Pag.158
Con colpevole ritardo segnalo agli amici di Nexus quest'opera splendida che personalmente considero il miglior saggio divulgativo di biologia (anti)evolutiva oggi in commercio. Non si tratta di un semplice testo "eretico", come il titolo programmatico fa presumere, questo libro è il prodotto di una meditazione profonda scaturita dalla cinquantennale esperienza di uno dei più competenti genetisti e microbiologi italiani, eppure pesantemente attaccato dall'establishment negli anni '80, accusato di fondamentalismo creazionista. Docente universitario, direttore della "Rivista di Biologia", Giuseppe Sermonti ha costituito nel Gruppo di Osaka un'aggregazione internazionale di ricercatori "dissidenti" al neo-darwinismo (tra cui figurava anche il compianto Giuliano Preparata).
Con un linguaggio narrativo e un tono sereno, privo di polemica, l'autore svela l'inconsistenza delle basi teoriche del neo-darwinismo, con la sua folle pretesa di attribuire il ruolo creativo nell'evoluzione a tre meccanismi che sortiscono proprio l'effetto opposto: la selezione naturale (forza normalizzante che elimina gli anormali), il rimescolamento sessuale (processo conservativo che ostacola la differenziazione) e la mitica "mutazione" genetica (fenomeno degenerativo per eccellenza contro cui la cellula si difende strenuamente persino correggendo essa stessa gli errori di copiatura dell'RNA).
Sermonti auspica che il prossimo secolo ricordi la teoria sintetica dell'evoluzione (cosiddetta perché fonde le idee di Darwin con le leggi sull'eredità di Mendel, contraddicendo entrambe) come il Grande Scherzo dei biologi molecolari, che attribuiscono al patrimonio genetico il ruolo centrale nel mistero della vita e considerano ormai l'essere vivente come una manifestazione collaterale del suo DNA. Così impegnati nel decifrare il codice genetico, cioè le istruzioni per il funzionamento dell'organismo, costoro hanno perso di vista la vita stessa, esattamente come qualcuno che tenti di capire il significato di un romanzo studiando la grammatica della lingua in cui è scritto.
La complessità biochimica non va di pari passo con l'evoluzione anatomica della specie (ricordate il recente riconteggio dei geni umani, di poco superiori in numero a quelli dei topi?), anzi la natura offre esempi clamorosi del contrario: forme di vita diversissime contengono DNA identico (bruco-farfalla) oppure forme simili con DNA differenti compaiono distanti nel tempo e nello spazio per evoluzione convergente (squalo-ittiosauro-delfino, marsupiali-mammiferi).
L'autore suggerisce che i geni abbiano colonizzato delle forme archetipe preesistenti che si sono manifestate, con leggi simili e continuità, prima nel mondo minerale e poi in quello organico. Quest'idea, apparentemente così rivoluzionaria, non è altro che un'onesta deduzione dagli archivi paleontologici, dove troviamo specie nuove che nascono all'improvviso senza precursori; forme simili che compaiono contemporaneamente in continenti distanti (uccelli corridori); specie che permangono immutate nella forma e nelle dimensioni per milioni di anni indifferenti all'ambiente in cui vivono. E ad ogni estinzione si assiste ad una sorta di irraggiamento esplosivo senza discendenza, a partire da un modello morfologico ancestrale (non un antenato). Nella classe dei mammiferi, uno di questi modelli archetipi è la forma umana, l'eterno bambino apparso sulla Terra con un salto biologico senza precedenti.
Se la genetica spiega la piccola variabilità, cioè le infinite combinazioni di caratteri negli individui di una stessa specie (utili a mantenere la stabilità e la salute della specie), dove si trovano le grandi differenze che distinguono una mosca da un gatto? Forse nei meandri del cosiddetto campo morfogenetico, un'entità formativa ancora poco compresa, responsabile dello sviluppo armonico dell'embrione, che contiene il vero progetto della forma di vita.
Il libro offre ancora molti altri spunti di riflessione su tutti quei fenomeni misconosciuti in quanto privi di una spiegazione funzionale e utilitaristica: l'infinita varietà e vanità delle forme, i colori, i canti, le "giocose" architetture geometriche della natura, le incredibili conoscenze innate degli animali (la capinera canta la sua melodia e riconosce le costellazioni che la guidano nelle migrazioni senza alcun apprendimento). Sermonti contempla stupefatto l'esuberanza della vita e, spesso con fare poetico, le restituisce la magia e il mistero che le sono propri, smascherando l'ignoranza della scienza riduzionista e l'arroganza di certi suoi contemporanei, così sicuri di avere le risposte a tutti i quesiti fondamentali, da voler assumere loro stessi, con l'ingegneria genetica, il ruolo di creatori della vita.
rivoluzione archeologica, Egitto, geode di Coso, piramidi, archeologia proibita, paleoastronautica, archeoastronomia, misteri dell'Egitto, Cheope, enigmi, costruzione delle piramidi, labirinto, gruppo MMM, Atlantide, Sfinge,archeological revolution, Egypt, geode of Coso, pyramids, forbidden archeology, paleoastronautic, archeoastronomy, mysteries of Egypt, Cheops, enigmas, construction of the pyramids, labyrinth, MMM Group, Atlantis, Sphinx,Michael Cremo, Robert Bauval, Christopher Dunn, Robert Schoch, Georges Goyon, Kurt Mendelssohn, Flinders Petrie, Colin Wilson, Graham Hancock, Thomas Dobecki, Gaston Maspero, Auguste Mariette, Howard Vyse,Zahi Hawass, David Bowen, Dos Santos, Arthur Posnansky, Peter Kolosimo, Barry Fell, Kimura, Rudolf Gantenbrink, Charles Hapgood, Thor Heyerdahl, Cheryl Haldane, David Davenport, Maurice Cotterel, Ahmed Al-Maqrizi,Martin Fleischmann, Newham, Zecharia Sitchin, Han Ping Chen, Mike Xu, John West,Cheope, Cheops, Chefren, Micerino, Menkaura,menhir, Machu Picchu, Mohenjo Daro, Sacsahuaman, Osireion,Abido, piramide bianca, white pyramid, calendario Maya, Mayan calendar, vimana, Mahabarata, Ramayana, Pantiacolla, monoliti, monoliths, Oak island, Oak island treasure, tesoro di Oak island