Tratto da C.E.P. N°1
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Questo articolo riassume un lavoro cominciato
più di 20 anni fa. Io sono un mineralogo professionista, specializzato
in silicati. Ho lavorato principalmente su materiali africani in un reparto
di ricerca di geologia, mineralogia e geocronologia. In quel periodo, un
geocronologo di fama mondiale chiese la mia opinione sull'origine delle
età
"anormali" che si trovano tanto frequentemente negli studi geocronologici.
La mia risposta è molto semplice:
poiché gli elementi radioattivi sono incastrati in reticoli
cristallini ben definiti, è logico pensare che durante la genesi
e l'alterazione dei cristalli essi siano influenzati da fattori come la
temperatura e le soluzioni (in particolare, nel caso di età anormali
misurate nelle rocce, le "condizioni idrotermiche"). Ovviamente
la loro composizione chimica è importante (Gastruche, 1959;
Gastruche
e De Kimpe, 1959; De Kimpe, Gastuche et Brindley, 1961, etc.)
come lo è la loro granulometria (Gastruche, 1963 a - b).
Poiché questi fattori sono presenti in campioni che danno età
anormali, io proposi una serie di test. Essi non sono mai stati condotti.
I geocronologi rifiutarono obiettando
che condurre esperimenti sulle tecniche isotopiche fosse "non scientifico,"
poiché queste forniscono sempre delle età assolute. Allo
stesso tempo evasero ogni forma di discussione, persino quelle su quei
risultati assurdi che essi mi avevano incaricato di passare al setaccio.
È vero che la mia conclusione non piacque loro. Capirete il perché
quando leggerete quest'articolo.
Una tale reazione stimolò la mia
curiosità. Consultai diversi specialisti: geologi, sedimentologi,
embriologi, genetisti, etc., sulle prove riguardo ai lunghi periodi evolutivi.
Con mia sorpresa, scoprii che tutti pensavano che esse fossero state
fornite dai geocronologi. Allora consultai la vastissima documentazione
a mia disposizione. Dopo aver notato differenze di alcuni miliardi di anni
tra formazioni precambriane apparentemente identiche, mi interessai agli
"eventi ben datati" che accaddero sul continente africano riguardo alla
"nascita dell'intelligenza" tra le popolazioni di antropoidi ed
ominidi durante il loro "processo di emersione" allo stato umano. Questi
fossili, antichi di svariati milioni di anni secondo le tecniche di datazione
isotopica, a dire degli esperti, contrassegnavano il limite ufficiale delle
Ere ed in particolare del Pleistocene in quanto questi coincidevano con
la comparsa della produzione del primo paleolitico.
Giunsi a due importanti conclusioni:
1. Non c'è alcuna prova,
neanche la più piccola, di un'origine animale del genere umano.
2. Le misurazioni isotopiche,
che "datano" le ere geologiche, non hanno alcun senso cronologico.
Ma le conclusioni dei manuali sono, come
sappiamo, diametralmente opposte. Cominciai con l'informarmi chiedendo
ai miei colleghi geologi. Anzitutto volevo conoscere i punti di riferimento
cronologici che sono stati usati per avvalorare i milioni di anni di evoluzione
e che hanno permesso la selezione dei dati geocronologici con lo scopo
di mantenere solo i risultati validi ("migliori valutazioni"). Essi
confessarono di non conoscerli ma mi consigliarono di consultare il
manuale "Physical Geology" di Holmes (1965), perché
"stava tutto lì."
Così cominciai la mia ricerca
con quel manuale e scoprii che le date erano state selezionate secondo
la teoria "attualista" di Lyell. In realtà la sua "scala
stratigrafica" stabiliva "l'emergere della vita" con la struttura cronologica,
costruita durante quei lunghi periodi chiamati "Ere" geologiche di cui
l'ultima, il Pleistocene, coincide con la comparsa dei nostri primi "progenitori"
animali, gli ominidi che, come sappiamo, fecero le prime pietre intagliate
(paleoliti).
È importante notare che, per il
suo "attualismo", Lyell trasse la sua ispirazione da un preciso "credo"
secondo cui le storie bibliche sono solo favole, e perciò che quegli
strati e quei fossili non potevano essere la traccia del cataclisma di
una inondazione, come si pensava fino ad allora, ma riflettevano lunghi
e tranquilli periodi durante i quali le specie si evolsero progressivamente,
dai Batteri fino all'Uomo. Di conseguenza un altro nome dell'attualismo
di Lyell è l'uniformitarismo o "teoria tranquilla". Nel nome
dell'obiettività scientifica, Lyell riconobbe di aver messo da
parte l'interpretazione diluvianista come un credo religioso soggettivo
e perciò non realista.
La scala di Lyell, che prova l'evoluzione
scientificamente, fu presto insegnata in tutte le università. Un
esame più attento porta alla conclusione che essa è divenuta
obsoleta e che i fatti osservati sono molto meglio interpretati nel
contesto della storia Biblica.
Una simile affermazione potrebbe sembrare
oltraggiosa. Eppure giunsi a questa conclusione dopo aver consultato un
considerevole numero di documenti. Una ricerca più approfondita
fornirebbe certamente nuove prove, ma penso che sia importante mostrare
qui ed ora perché i principi della geologia siano superati. Devo
confessarlo, la maggior parte dei geologi e dei paleontologi diventa isterica
quando presento il mio punto di vista. Tuttavia essi non hanno alcuna risposta.
Ora presenterò i principi di base dell'evoluzionismo e ne mostrerò
le debolezze.
I) La prova stratigrafica
Secondo Lyell, il tempo è misurato
da una "scala stratigrafica" - la successione verticale di strati ed il
loro spessore rivelano che lenti depositi si verificarono sulla crosta,
supposta uniforme, della Terra con movimenti verticali, mentre i continenti
venivano dagli antichi oceani e viceversa.
Ma la recente teoria delle placche tettoniche
ha rivelato l'eterogeneità della crosta terrestre: continenti
ricchi di alluminio silicati (SiAl), placche rigide che "galleggiano" su
un letto pastoso ricco di magnesio silicati (SiMa) (Astenosfera). La sottilissima
crosta suboceanica costituita dal SiMa è ancora sottoposta a impressionanti
fenomeni vulcanici. Perciò i movimenti della crosta terrestre
erano laterali, dal momento che le placche che formano i continenti
attuali vengono dalla rottura del continente unico primitivo chiamato dai
geologi Antico Continente Rosso (ACR).
Esso si sarebbe spaccato in diversi pezzi
durante un cataclisma che ebbe luogo circa 70 milioni di anni fa, secondo
le migliori stime cronologiche.
Perciò la teoria di Lyell è
piuttosto obsoleta, dato che sono stati invalidati i suoi primi due
postulati e che nessuna prova obiettiva ha mai confermato la cronologia
della "scala stratigrafica".
D'altra parte, recenti esperimenti di
stratificazione hanno dimostrato che gli stessi depositi, interpretati
da Lyell come un segno di lunghi periodi, si sono formati in tempi molto
brevi in un ambiente catastrofico (cfr.: tra l'altro Julien, Lan e Berthault,
1993). Di conseguenza, gli strati ed i fossili devono essere interpretati
diversamente.
II) La prova mineralogica e paleontologica
Questa sembra essere la meno ortodossa.
Il primo criterio per determinare l'età di uno strato era il suo
grado
di cristallizzazione.
I più antichi strati, secondo
la classificazione di Arduino (1714-1795) sono gli gneiss e le rocce
cristalline, come i graniti, che sono impossibili da sintetizzare e che
si diceva si siano formati in una lontana era "primitiva" chiamata "Archeana"
o "Precambriana", seguita dall'era "Secondaria", con rocce forti, e dall'era
"Terziaria", con rocce libere, composte da rocce alluvionali.
Lyell allora assunse la classificazione
di Arduino aggiungendo un punto di riferimento cronologico essenziale:
il "fossile caratteristico". In realtà, secondo i geologi,
i fossili sono le "medaglie" della geologia (Moret, 1958). L'evoluzione
non è fissata dallo strato ma dal grado di complessità del
fossile. Così notiamo che la scala, fondata su un sistema di
stratificazione obsoleto, si basa sul presupposto secondo cui è
vero ciò che deve essere provato. Lyell inizialmente considera l'evoluzione
come provata ma senza alcuna prova.
In realtà, secondo "l'attualismo"
(le trasformazioni che seguono le famose leggi di Lamarck e di Darwin,
enunciate in un contesto puramente naturalista e mineralista) i primi organismi
unicellulari (alghe e batteri), che si suppongono "primitivi", generarono,
attraverso sviluppi successivi, organismi più complessi. Ecco gli
elementi usati per costruire la "Scala di Lyell". L'era "Archeana",
costituita da rocce cristalline, rivela tracce di alghe e batteri (in seguito
vennero chiamate Ere Precambriane, enfatizzando la loro estrema complessità).
Dopo quest'era, l'Era Paleozoica o Era Primaria (della "Emersione dei Pesci"),
il Mesozoico o Era Secondaria (della "Emersione dei Rettili"), infine il
Cenozoico (della "Emersione dei Mammiferi"), divisa in terziario e quaternario,
essendo quest'ultima caratterizzata dal "processo di emersione" umana dalla
condizione animale.
Il significato dei prefissi greci: "archeos"
(molto antico), "paleos" (antico), "mesos" (medio), "kainos" (recente),
legati a "zoe" (vita), suggerisce la successiva comparsa di forme di vita
progressivamente più complesse, secondo una legge conosciuta come
"complessificazione conscia".
Notiamo che la stessa struttura si trova
nel "lavoro di sei giorni" del libro della genesi, ma in un arco di tempo
estremamente ridotto.
Oggi, la prova essenziale dei lunghi
periodi di tempo per l'evoluzione è data dalla geocronologia e noterete
che le mie osservazioni sono arrivate proprio al momento giusto. Oggi,
ufficialmente, le Ere Precambriane vengono datate da 3000 a 600
milioni di anni fa, l'Era Paleozoica da 600 a 225 milioni di anni
fa, quella Mesozoica da 225 a 70 milioni di anni fa, il Cenozoico
da 70 milioni di anni fa fino ai giorni nostri, con la comparsa dei nostri
progenitori ominidi nel Pleistocene, circa 2-3 o 5-6 milioni di
anni fa. Ma quale prova esiste che tali trasformazioni ebbero luogo
per diversificazione delle varie specie o che il periodo di tempo fosse
estremamente lungo? Bisogna riconoscerlo. nessuna!
Cominciamo con la trasformazione delle
specie. Oggi esse sono stabili ed i fossili appartengono a specie morte
(alcune tra le migliori di esse come il celacanto sono state trovate addirittura
vive, il che è imbarazzante). Ma altre specie collegate a quelle
scomparse sono ancora vive e caratterizzano ben determinate "nicchie ecologiche"
(Flori e Rasolofomasoandro, 1974). Le specie determinano nicchie ecologiche
e non qualche sorta di trasformazione. Essendo la stabilità delle
specie un fatto riconosciuto, le "ricostruzioni phyletiche"
che si suppone siano le basi dell'evoluzione, sono giochi mentali e sono
valide solo se l'evoluzione è provata, come ammettono volentieri
i paleontologi. Essi illustrano l'evoluzione, ma non la dimostrano.
Nel 1957, Bounoure scrisse sui mammiferi del terziario (l'osservazione
è valida per tutte le ricostruzioni): "La nostra mente può
stabilire dei paragoni e dei legami ideali di classificazione per queste
ramificazioni degli animali: questo è persino il compito per definizione
dell'anatomia comparata. Ma andiamo oltre i fatti se nella maggior parte
dei casi interpretiamo questi legami come se denotassero una reale diversificazione,
una discendenza effettiva". L'osservazione è valida per i resti
fossili, ominidi o altro? Questi sono presentati come nostri "progenitori"
(bisogna notare le virgolette intorno alla parola progenitori nel linguaggio
evoluzionista, che indicano il carattere essenzialmente soggettivo della
loro classificazione).
Così la sterminata documentazione
sui teschi, i denti o gli arti delle differenti specie di scimmie, cavalli,
e dinosauri, etc., non stabilisce una transizione verso il cervello o la
mano umani e la paleontologia non ha mai fornito prove obiettive di
un'evoluzione progressiva. Inoltre, alla luce della genetica e dell'embriologia
moderne, le teorie Lamarckiane e Darwiniane oggi sono descritte come
infantili e irreali (Chandebois 1989, 1993; Denton, 1989).
In particolare Chandebois, un embriologo, pensa che i cambiamenti abbiano
avuto luogo dentro l'embrione attraverso semplici ma mirati meccanismi
psicochimici, e possano accadere in tempi molto brevi. Ciò presuppone
l'intervento di un'Intelligenza che agisca dentro l'embrione, prima della
nascita dell'animale; il che esclude le leggi di "utile o non utile" e
"selezione naturale".
Notiamo ancora che Darwin ha fondato
la propria teoria della "selezione naturale" supponendo l'esistenza
di un periodo di tempo necessariamente lungo per l'evoluzione delle specie
(che egli spiegò consistere in minime modifiche, come quelle create
dagli allevatori inglesi nei cavalli e nei cani, ma prolungate per immensi
intervalli di tempo), basandosi egli stesso sull'attualismo di Lyell.
Nella prefazione de "L'origine delle specie" egli scrisse: "Una persona
che legga il grandioso lavoro di Charles Lyell "Principi di geologia",
che gli storici futuri riconosceranno come una rivoluzione nelle scienze
naturali (egli non si sbagliava), e che non ammetta che i periodi passati
siano stati molto lunghi, può chiudere il mio libro immediatamente".
Se le discipline non fossero separate
in comparti, gli scienziati avrebbero da tempo abbandonato le tesi di Darwin,
come vedremo e come molti riconosceranno leggendo pubblicazioni specializzate.
III) La prova geocronologica
Rimane quest'ultima, mostrata oggi come
la vera prova dell'evoluzione, per datare la comparsa delle specie milioni
o addirittura miliardi di anni fa. Anche qui, un attento esame rivela
il suo carattere illusorio. Il tempo geologico misurato dal decadimento
di un isotopo radioattivo fu il lavoro fondamentale di Arthur Holmes
(1890-1963), che condivideva la "dottrina" di Lyell. In effetti, egli confermò
le tesi di Lyell attribuendo le più antiche età (da 3000
a 600 milioni di anni) alle formazioni Archeane o Precambriane, in cui
non erano ancora stati scoperti elaborati segni di vita. Inoltre la sua
"scala di tempo Fanerozoica", da 600 milioni di anni fa fino alla
nostra era, confermava l'evoluzione osservata nella scala stratigrafica
di Lyell, fornendo "l'emersione della vita" e datando ufficialmente i principali
"eventi" registrati entro le ere geologiche.
Nonostante la sua documentazione paleontologica
apparentemente convincente e la sua impressionante formalità matematica,
la scala geologica di Holmes appare molto confusa. Le date della sua "scala
Fanerozoica" sono tra le più dubbie, come era stato notato in varie
occasioni, la prima delle quali durante un meeting che ebbe luogo proprio
l'anno della sua morte. A quei tempi gli rimproverarono di basarsi su un
numero
troppo limitato di dati e che questi erano per la maggior parte discutibili
(Harland, Smith and Wilcook ed., 1964). Più tardi, York
e Farquhar (1972), sconcertati dall'abbondanza di età anormali
e chiedendo ulteriori dati, ironicamente scrissero a proposito della scala
di Holmes, "Questi due presupposti necessari, localizzazione stratigrafica
precisa e datazione radiometrica affidabile, sembrano escludersi l'un l'altra:
andiamo quasi a finire su un principio di incertezza geologica".
Il fatto preoccupante è il
seguente: queste determinazioni isotopiche, che forniscono i milioni di
anni così ben accolti (e così controversi per gli specialisti)
e che hanno provato "l'Emersione della vita," non erano mai state applicate
ad alcun fossile o ad alcun strato in cui questi fossili erano sepolti,
non
prestandosi le rocce sedimentarie alla radio-datazione. Il materiale
datato è generalmente un flusso di lava sovrastante questi giacimenti
fossiliferi, flusso di lava supposto in stretto legame con il processo
di evoluzione, come disegnato nella struttura "attualista" che ispirò
la scala di Holmes, il tutto senza un'ombra di prova.
Un altro fatto sconcertante: le età
"corrette" che compaiono sono il risultato di una selezione (Holmes,
1965), avendo l'autore accettato le "migliori valutazioni" (quelle che
confermavano la scala stratigrafica di Lyell), rifiutando le altre come
"anomale".
Il carattere ipotetico di una simile
costruzione, valida se la teoria di Lyell è esatta, è sottolineato
dai geocronologi stessi, cominciando con gli autori del metodo di datazione
del potassio-argon. Dalrymple e Lanphere (1979), Fitch, Hooker
e Miller (1978), di fronte a problemi in materia, discussero in "Geological
Background to Fossil Man" sulla capacità delle tecniche di decadimento
radioattivo di fornire età reali per i principali "eventi" del Rift
Orientale Africano (East Rift Valley) legati al "processo di emersione".
Essi notarono che il fenomeno del decadimento radioattivo fornisce date
per "eventi" che hanno luogo nelle rocce, ma sulla base di cambiamenti
di temperatura e/o sulla comparsa di soluzioni. Essi sottolineano: "È
importante capire che l'esattezza delle età ottenute con questi
mezzi dipende dall'integrità e dalle condizioni di preservazione
della registrazione isotopica delle rocce (poiché esse cambiano
con i fattori sopraccitati e con l'alterazione dei minerali costituenti)
e dipende anche dalla nostra interpretazione degli esperimenti radio-isotopici."
Ciò si basa essenzialmente "sulla nostra interpretazione dei dati
relativi alla fauna fossile" (ciò che non si dice è che l'interpretazione
è di coloro che propongono l'attualismo e la struttura della teoria
dell'Evoluzione), poiché "la combinazione della stratigrafia delle
rocce e la paleontologia stratigrafica ci dà la scala di tempo stratigrafica."
Purtroppo, notano che i risultati ottenuti nel Rift Orientale, lontani
dal confermare le ipotesi attualiste, restano particolarmente strani. Inoltre,
questi autori concludono: "Poiché i due principali strumenti della
geocronologia sono ugualmente incerti, la cosa migliore è usarli
unitamente e non opporli."
Perciò lo strumento principale
non è la geocronologia, ma la scala di Lyell e l'argomento portante,
che sembra privo di ogni senso, rimane il "fossile caratteristico", essendo
i risultati isotopici filtrati secondo la sua età teorica.
La Tabella 1 presenta alcuni dei risultati ottenuti da Bishop e Al (1969) con le tecniche del potassio - argon (*1), con la speranza di determinare gli "eventi" ufficiali relativi alla "ascesa degli ominidi" (*2) del Miocene. Una misurazione di 14-15 milioni di anni fa è considerata valida per la datazione del Proconsole, un importante progenitore "ominide" (*3), mentre età misurate a 42 e 264 milioni di anni fa vengono scartate come "anormali". In realtà la prima data viene integrata nella "scala Fanerozoica" di Holmes, mentre le altre sono troppo vecchie. La data di 42 milioni di anni fa venne attribuita all'influenza della granulometria, che è stata tirata in ballo diverse volte in mineralogia (vedere ad esempio Gastruche, 1963 a - b), la data di 264 milioni di anni fa, "all'influenza di soluzioni più vecchie" provenienti da un blocco Precambriano ("Basamento complesso") con le sue "età" radiometriche di oltre 600 milioni di anni fa.
(1*) A quel tempo si supponeva che fossero più affidabili di quelle all'Uranio - Piombo e al Rubidio - Stronzio, i risultati dei quali mostravano l'influenza delle soluzioni. Allora si pensava che non fosse questo il caso della tecnica al Potassio - Argon, ma era un errore.
(2*) Gli ominidi sono grandi scimmie i cui resti fossili sono stati scoperti in abbondanza nella zona intorno al Victoria Lake. Essi sono ovviamente i "progenitori" degli ominidi e perciò sono nostri distanti "progenitori", naturalmente !
Tabella 1: Alcune età apparenti
secondo il K/Ar ottenute su materiali classificati nel Miocene con fossili
di mammiferi, presso Victoria Lake.(W. W. Bishop, H.A. Miller, F.J.
Fitch. 1969)
Luogo | Campione | Descrizione | Età in milioni di anni | Autore |
Isola Rusinga | lR.107 site | Serie di materiali Kihara (situate sotto lo strato del Proconsole) | 14.6 + 1.4 | Everden e al. (1964) |
KA 336 | Idem. Biotite grezza di origine vulcanica | 15.2 + 1.5 | Everden y Curtis (1965) | |
KA 800 | Idem. Stessa biotite, raffinata. | 42.0 | Everden y Curtis (1965) | |
Koru | WW 24/2 | Mica di tufo vulcanico terziario. | 258 + 13 | Curtis (non pubblicato) |
264 + 8 | Bishop e al.(1969) | |||
Volcán Egon | KA 1775 | Lava nefelina Teoricamente un flusso più antico e profondo. | 17.2 + 4 | Bishop e al. (1969) |
Idem. Teoricamente un giacimento superiore più giovane. | 19.8 + 1.7 | Bishop e al. (1969) | ||
Volcán Napak | WW 1/11 | Area 1 tufo vulcanico grezzo | 25.8 + 1.8 | Everden e Curtis (1965) |
WW _ | Area 1, biotite dello stesso tufo vulcanico. | 19.2 | Everden e al. (1964) | |
MB 23 | Area 1, lava nefelina nera, altro luogo | 12.8 + 0.5 7.5 + 0.5 | Bishop e al. (1969) | |
Sun 1 | Lava nefelina, altro luogo. | 14.3 + 0.7 6.9 + 0.5 | Bishop e al. (1969) | |
Sun 3 | Lava nefelina, altro pendio vulcanico. | 27.5 + 2.6 18.7 + 2.0 | Bishop e al. (1969 |
(3*) Il proconsole aveva sollevato grandi speranze. Il suo status di "progenitore" è stato sottolineato da Ruby Zalinger in UNESCO Mail (Le Courrier de l'Unesco, 1972) che lo disegnò eretto, con una pietra in ogni mano! Steve Parker in "The Dawn of Humanity" (1992) lo considera ancora favorevolmente a causa della sua ampiezza frontale".
Anche la Tabella 2 è interessante perché mostra alcuni risultati ottenuti da Fitch e Miller (1976) su un campione vulcanico universalmente riconosciuto, la K.B.S. di Koobi-Fora, che sollevò un infinita quantità di domande.
Una di queste era l'affidabilità
della data del Pleistocene, ufficialmente stabilita grazie ad un'altra
famosa scoperta ad opera del dott. Louis Bassett Leakey, nella gola
Olduvai, in Kenya: l'Australopiteco associato a manufatti di pietra grezza,
gli "strumenti da taglio". Forse che l'Australopiteco scolpisse 1,75 milioni
di anni fa? Un fatto "provato" da uno dei primissimi procedimenti di datazione
al K/Ar della lava ricoprente il famoso "Letto I" (Leakey, Everden e
Curtis, 1961). Holmes (1965), pieno di entusiasmo per la scoperta
di Leakey, proclamò ufficialmente che essa determinava la data
dell'"evento Olduvai" quando la scimmia divenne uomo.
Essa intraprese il processo di ominidizzazione
cominciando con le pietre taglienti. Di conseguenza, la data del Pleistocene
è stata stabilita in un modo "rigorosamente scientifico (*4)".
Tabella 2: Alcune apparenti età al K/Ar sul tufo vulcanico K.B.S.
(F.J.Fitch and J.A.Miller, in "Earliest Man and environment in the lake Rudolf basin",1976)
Campione di riferimento | Frazione granulometrica | Età con margine di errore (milioni di anni) |
Leakey I (A) (tufo vulcanico di cristallo vitreo) | 30 - 50 mesh | 221 + 7 |
Leakey I (B1) Pietra pomice | 30 - 50 mesh | 3.02 + 1.6 |
Leakey I (B2) Sanidina estratta dalla pietra pomice | 30 - 50 mesh | 2.37 + 0.5 |
FM 7050 Ghiaia di pietra pomice | 30 mesh | 8.43 + 0.51 |
Sanidina schiacciata e decalcificata estratta dalla pietra pomice | 30 - 70 mesh | 17.5 + 0.9 |
(4*)Il talentuosissimo Australopiteco era il "robustus". Più tardi, ad Olduvai, fu scoperto il "gracilis" (più gracile) che somigliava all'Afarensis (Lucy), ma che poteva essere la femmina del "robustus", avendo le specie, come appare più tardi, un importante dimorfismo sessuale.
Purtroppo, le età K/Ar ottenute
in qualunque altra analisi sullo stesso materiale provano di essere prive
di senso. La più grande delusione viene dalle scoperte di Koobi-Fora
(presso Rudolf o il lago Turkana), dove fossili simili associati allo stesso
"strumento da taglio", sul tufo vulcanico K.B.S., vennero ufficialmente
datati antecedenti: 2.42 milioni di anni. Vennero ottenute persino date
più vecchie fino a 221 milioni di anni sullo stesso tufo, ma
non poterono essere decentemente introdotte nella scala di Holmes (vedere
figura 2). Notiamo ancora l'influenza della granulometria sull'età
K/Ar "apparente". "Apparente" è la parola impiegata dai geologi
stessi per descrivere età strane, che sono lontane dall'età
aspettata del fossile e che spariranno dalle pubblicazioni ufficiali. Sul
campione FM 7050, la frazione di sanidina calibrata da 30 a 70 reticoli
e decalcificata, divenne 9 milioni di anni più vecchia della
stesso materiale iniziale appena esaminato a 30 reticoli. Terrificante!
E altri dati, proveniente da studi altrettanto precisi di questi, sono
persino peggio, come vedremo più avanti.
Ancor peggio, il tufo vulcanico K.B.S.
conteneva dei resti umani, il teschio di un bambino: "Teschio 1470". Fu
scoperto dal figlio del dott. Leakey, Richard, che commentò la propria
scoperta in questo modo: "O si taglia fuori questo teschio, o le nostre
teorie sugli uomini primitivi vengono tagliate fuori" (R. Leakey,
1973). Suo padre morì nel 1972, l'anno prima.
Divenne chiaro che né lo strumento
paleontologico né lo strumento geologico erano capaci di fornire
una data affidabile. Inoltre, la strana sedimentazione "ciclica" osservata
là, dove gli stessi resti degli stessi fossili fatti rotolare e
spostare dai flussi erano mischiati ai letti di ceneri vulcaniche, non
poteva essere interpretata dalla "teoria tranquilla" di Lyell. Essa rifletteva
visibilmente la traccia di eventi catastrofici. Gli specialisti finirono
per riconoscerlo, con rammarico, ma con termini molto tecnici ed incomprensibili
per il semplice uomo della strada.
La reazione degli scienziati al
"Teschio 1470" fu semplice: tagliarono fuori il teschio e tennero le proprie
teorie. Pur appartenendo ad una bambina, con una capacità cranica
ridotta evidente (800cc), esso è stato attribuito all'Homo Erectus.
Gli altri resti umani scoperti nell'aerea orientale del Rift, mischiati
ad una sorprendente massa di ossa animali, vennero insabbiati allo stesso
modo o citati in modo incomprensibile da Coppens, in particolare,
che riconobbe la "coesistenza dell'Australopiteco chiamato robusto (*5)
ed un incontestabile uomo.
Tutti conoscono questo fatto (veramente?).
Essi vivono nello stesso paese, in nicchie ecologiche diverse. Due tipi
di ominidi (soltanto) coesistettero durante la stessa era dell'umanità.
E non è una faccenda di 2 o 300 anni ma di 1 milione di anni. Entrambi
sono stati scoperti nello stesso ritrovamento, negli stessi livelli. Su
questo punto, il consenso è completo (Coppens, 1991).
Essendo stati invitati a concludere il
simposio dedicato all'"Uomo primitivo", pubblicato in collaborazione con
lo stesso Coppens (Coppens e Al., 1976), Howell e Isaac riconobbero
che la scoperta di Leakey "aveva sollevato un inaspettato numero di
problemi". Ma poiché l'evoluzione dell'Umanità è
semplicemente una "questione di comportamento", dato che "l'evidenza
fossile ha chiaramente mostrato l'esistenza dei primati bipedi in una parentesi
dai 2 ai 3 milioni di anni (*6), "tutti loro erano ominidi", c.v.d.
Un mistero rimaneva: Chi ha scolpito
"gli strumenti da taglio"? La conferenza sollevò queste domande
in parte come uno scherzo - secondo gli stessi autori - poiché non
c'è alcuna risposta obiettiva. La maggior parte delle località
in cui gli ominidi vennero scoperti non hanno oggetti manufatti e la maggior
parte dei siti archeologici non presenta traccia di ominidi...
Di conseguenza, la nostra risposta a
queste domande rimane largamente soggettiva e speculativa: si deduce facilmente
che siamo lontani dall'obiettività scientifica che questi ricercatori
acclamano.
Ma la risposta dai geocronologi sull'affidabilità
delle loro date è anch'essa soggettiva e speculativa, completamente
basata sulle scale di Lyell e di Holmes, esse stesse costruite su concetti
soggettivi. Deve la storia naturale procedere con speculazioni soggettive
tutte basate non sulla scienza ma su un singolo, solido "credo" di Lyell:
"da essere compiuto con Mosè"? Ogni volta che vengono confrontati
gruppi di fatti restrittivi che invalidano la "teoria tranquilla" che serve
come fondamenta per l'Evoluzione dei viventi, paleontologi e sedimentologi
si attaccano disperatamente ai dati dei geocronologi, dei quali credono
che posseggano l'incontestabile prova della realtà di lentissimi
fenomeni descritti da Lamarck e Darwin. Staremo a vedere come si nutriranno
delle proprie illusioni.
(5*) Il "Teschio 1470" si suppone che sia un erectus e Lucy un Australopiteco afarensis !
(6*) Può l'Australopiteco stare
eretto? La domanda è stata a lungo discussa senza trovare risposta,
finché non notammo che essi erano - come altre scimmie - umili quadrumani
(cfr. Johanson, 1996). I resti umani e le altre date ovviamente
anormali sono stati fatti passare sotto silenzio.
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